L'Apocalisse. L'ultima rivelazione (2010) by Piero Stefani

L'Apocalisse. L'ultima rivelazione (2010) by Piero Stefani

autore:Piero Stefani
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Società editrice il Mulino, Spa
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


3.

L’Apocalisse lungo la storia

L’agire apocalittico

Per valutare le interpretazioni e la «storia degli effetti» dell’Apocalisse sarebbe molto riduttivo prendere in considerazione solo commenti scritti, precisi riferimenti iconografici o opere letterarie a essa ispirate. Su tutti questi fronti gli esempi sarebbero innumerevoli, specie se si allargasse lo sguardo agli influssi indiretti. Per limitarci a un paio di casi, se si parte dall’idea che dietro ai simboli dei quattro evangelisti (l’angelo, il leone, il vitello, l’aquila) e alle spalle delle statue dell’Immacolata con le loro corone di dodici stelle vi sia l’Apocalisse, allora non c’è, in pratica, chiesetta cattolica nell’intero orbe terraqueo in cui il libro conclusivo della Bibbia cristiana non abbia lasciato una qualche traccia. Eppure questo campo esteso a perdita d’occhio è ugualmente troppo angusto e sarebbe tale pure se l’indagine fosse allargata ad altri ambiti, tipo la liturgia o la musica. L’Apocalisse, infatti, ha avuto – e in parte ha tuttora – conseguenze di primaria grandezza sui modi di agire di moltitudini di persone. È indubitabile: il modo apocalittico di leggere la storia ha inciso in profondità su molti fenomeni sociali e politici. Pur senza sposare tesi storiografiche, spesso avventate, che vedono nel millenarismo la matrice diretta delle moderne correnti rivoluzionarie, è fuori discussione che non pochi movimenti abbiano effettivamente trovato nelle pagine dell’Apocalisse un motivo ispiratore per la loro azione e una matrice per le proprie rielaborazioni ideologiche.

Gershom Scholem ha scritto che l’Apocalisse, testo carico di un intenso odio per i dominatori della terra, è «uno dei libri più rivoluzionari della letteratura». Diamone innanzitutto un esempio iconografico. In una stampa inglese del Seicento è raffigurata una donna, accanto a lei, per terra, vi sono una corona (monarchia), una croce pettorale (episcopato) e una serie di teste mostruose sulle quali si sta riversando una coppa; l’una e le altre sono schiacciate dai piedi di Oliver Cromwell. Nella raffigurazione la caduta della dinastia degli Stuart e l’avvento del Commonwealth nell’Inghilterra del XVII secolo sono letti sulla scorta del giudizio emesso contro la «grande prostituta» contenuto nel diciassettesimo capitolo dell’Apocalisse. Si tratta perciò di una trascrizione grafica di un’ermeneutica fattuale. L’immagine può essere colta come simbolo della più drammatica e vasta incidenza storica lasciataci dall’Apocalisse: la condanna e il rovesciamento storico dei potenti compiuto da chi dichiara di agire in nome di Dio. La lettura della Rivelazione di Giovanni ha infatti convinto moltitudini di persone di trovarsi in un punto della storia decisivo che consentiva loro di emettere un giudizio definitivo sugli empi al fine di instaurare, dopo, un ordine giusto e permanente. In questa luce si è trattato davvero di un testo dagli esiti rivoluzionari.

Lo snodo decisivo per vedere nell’Apocalisse una sorgente di azione storica sta nel ridefinire il ruolo riservato alle creature umane. Se ci atteniamo alla lettera del libro i soggetti determinanti dell’agire sono entità divine, angeliche, o sataniche. La terra subisce gli influssi di operazioni originatesi altrove. Rispetto alle catastrofi che piombano su di loro, gli uomini sono passivi. L’atto più grande è il martirio, vale a dire la scelta non già di arrecare, ma di subire violenza.



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